Archeologo e filantropo italiano.
Promosse numerosi studi e iniziative a favore dell'Italia meridionale:
incentivò l'attività dell'Associazione nazionale per gli interessi
del Mezzogiorno d'Italia (1910), di cui fu anche presidente, succedendo a L.
Franchetti; fondò la "Collezione Meridionale", pubblicandovi
diversi volumi su aspetti economici, sociali e artistici del Mezzogiorno;
scrisse
Il martirio della scuola in Calabria (1925),
Inchiesta sulla
Basilicata (1926),
Tra la perduta gente (1959); diresse l'Archivio
storico per la Calabria e la Lucania, fondato da P. Orsi nel 1931;
istituì a Roma la biblioteca "Giustino Fortunato" di studi
meridionalistici. Si dedicò inoltre alla fondazione di biblioteche,
cooperative, asili, scuole, ecc. Nel 1921 promosse la società Magna
Grecia (di cui fu presidente dal 1936), che condusse numerosi scavi e
pubblicò
Atti e memorie (1927); insieme a P. Zancani Montuoro
scoprì l'Heràion alla foce del Sele (1932). Ferito, da volontario,
nella prima guerra mondiale, si occupò delle popolazioni oppresse con la
rivista "La Voce dei popoli" e la collezione
Giovine Europa,
che diresse con lo pseudonimo di
Giorgio d'Acandia; redasse il volume
sulla Questione Polacca; fondò il villaggio di Nor Arax (Bari) a favore
dei profughi armeni. Curò l'organizzazione della Croce Rossa Italiana, di
cui fu presidente dal 1944. Socio corrispondente dei Lincei (1947), nel 1952
venne nominato senatore a vita (Canea, Creta 1889 - Roma 1963).